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Ogni bambina, ogni bambino nasce con un potenziale unico. Ma quel potenziale ha bisogno di essere visto, creduto, sognato. Danilo Dolci ce lo ricorda con parole semplici e potenti: "Ciascuno cresce solo se sognato". Eppure, ancora oggi, troppi bambini e bambine non vengono sognati: vengono segnati. Dalle etichette, dai pregiudizi, dalle aspettative minime, dalle "neuroatipicità" che diventano identità, dai "non è normale" secondo una normalità inesistente, dalle condizioni sociali che si fanno destino.
Questo intervento vuole essere un atto di consapevolezza e di responsabilità collettiva: perché l'inclusione non è solo una questione di accesso, ma di sguardo. Non basta "integrare" i bambini e le bambine nei contesti educativi, sociali e culturali: occorre credere profondamente nel loro diritto a essere immaginati nella pienezza delle loro possibilità, e non definiti dai limiti che altri e altre vedono in loro.
Parleremo di educazione come atto radicale di fiducia, del ruolo di adulti capaci di aprire spazi e non di chiuderli, di comunità che non si limitano ad "accogliere", ma che si mettono in discussione per trasformarsi. Perché il benessere, la libertà, il progresso non possono essere reali se non partono dai più piccoli e dalle più piccole. E se non includono tutte e tutti, fin dall'inizio.
In un tempo in cui il futuro sembra pieno di incertezze, il sogno che ciascun bambino e bambina sia visto e vista, sostenuto e sostenuta, immaginato e immaginata è già un gesto rivoluzionario. E assolutamente necessario.
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Bagni Miramare, Via Giuseppe Garibaldi, 121, 16032 Camogli GE, Italia