"Mi chiamo Shakespeare, William Shakespeare"... Chissà se il celebre drammaturgo inglese avrebbe pronunciato queste parole se, come un antico James Bond, fosse stato assoldato dalla Corona per una missione segreta. Possiamo solo fantasticare, oppure possiamo chiedere ad Andrea Pennacchi (Shakespeare and me), che si definisce best friend forever del bardo di Stratford-upon-Avon. Con Se la rosa non avesse il suo nome il drammaturgo e attore veneto esordisce nel giallo e ambienta proprio nella sua Padova una storia che mescola realtà storica documentata e immaginazione, per omaggiare una figura che ritiene un manuale di umanità: "Shakespeare oggi è più vivo che mai. Permette di esplorare la natura umana, per ampliare la propria conoscenza e per comprendere cosa significhi essere umano. Ha creato modelli narrativi che ora ritroviamo dappertutto, anche nelle serie tv, penso a Game of Thrones o Succession: è tutto Shakespeare e ci dice quanto valga la pena rileggerlo oggi". Lo incontra Luigi Caracciolo.