Poche cose care alla vita scampano a un conflitto armato: una di queste è la voce di chi ha perso tutto fuorché il respiro, provando un tale dolore da aver pianto tutte le lacrime, come recita un vecchio adagio russo. È questa voce corale, in cui ogni tono è prezioso, che la giornalista Katerina Gordeeva ha scelto di ascoltare dallo scoppio della Guerra in Ucraina, incontrando mogli, madri, scampati di ogni età e provenienza nei centri profughi e nelle città di mezza Europa. I ventiquattro resoconti umani confluiti in Oltre la soglia del dolore – dai quali trae spunto l'incontro tra la reporter russa e la giornalista Veronica Fernandes – hanno reso il suo sforzo documentario "un'alternativa unipersonale a una colossale macchina di propaganda", come ha scritto il premio Nobel per la pace Dmitrij Muratov; ma soprattutto hanno fatto sì che la furia e l'incomprensione, la violenza e il sopruso non soggiogassero la straziante testimonianza di chi, in un remoto tempo di pace, ha conosciuto la felicità.