"Io sono sempre attratta dai discorsi che [...] vanno al di là delle metafore, verso qualcosa di più limpido e trasparente o, per dirla con Barthes, verso il 'grado zero' della scrittura". Figura tra le più sfaccettate, complesse ed eclettiche del Novecento Susan Sontag (Sulla fotografia, Malattia come metafora, Viaggio a Hanoi, In America) è stata una delle intellettuali più influenti del secolo passato: scrittrice, attivista, regista e filosofa ha saputo analizzare i grandi temi ed eventi che hanno attraversato la cultura – e soprattutto la controcultura – statunitense a partire dagli anni Sessanta, nella costante rivendicazione di un pensiero autonomo. Che si parli di questione femminile o di genere, di politica o critica letteraria, Sontag "tocca sempre dei punti vivi e profondi, portando a galla le questioni che gli altri osano appena sfiorare". Per discutere dell'apporto della sua opera al pensiero contemporaneo si incontrano sul palco del Festival le scrittrici e giornaliste Maria Nadotti, Francesca Sforza e Lidia Ravera, moderate dalla filosofa Annarosa Buttarelli.