Descrizione
Da un lato, c'è chi pensa che l'attacco del 7 ottobre contro i civili israeliani da parte di Hamas, sia giustificato dalle sofferenze e ingiustizie reiterate negli anni nei confronti del popolo palestinese.
Dall'altro lato, c'è chi sostiene che Hamas sia un'organizzazione terroristica, che tutti i gazawi sono affiliati ad Hamas e per questo sono inevitabili le uccisioni di massa e indiscriminate.
Il quadro così fortemente polarizzato emerge chiaro dai tanti sondaggi, nazionali e internazionali, che negli ultimi mesi hanno monitorato l'opinione pubblica su ciò che sta accadendo in Israele e Palestina.
Il dibattito della società civile sembra essere inchiodato a un'unica logica binaria che oppone israeliani e palestinesi, sulla scia di propagande opposte che puntano dritto alla 'disumanizzazione' del nemico.
Si tratta di un nodo fondamentale da sciogliere per arrivare a delle ipotesi di Pace e su cui si stanno muovendo gli appelli di grandi organizzazioni come Amnesty International, con il sostegno di scienziati, accademici, ex diplomatici, ex parlamentari, giornalisti e attivisti bipartisan.
“Chi si schiera senza se e senza ma con Israele, oltre a misconoscere l’eccidio a Gaza, perde di vista la posta in palio europea di questo conflitto. Permettere all’estrema destra al governo – o che sta per arrivarci – in diverse parti d’Europa di legittimarsi come non antisemiti. E legittimare al contempo il proprio odio per il mondo arabo – e, di conseguenza – contro gli stranieri, spesso considerati come necessariamente musulmani, per permettere di alterizzarli irrimediabilmente.
Accomuna alla reazione differenziale della destra e dei liberal-conservatori verso il massacro dei palestinesi, l’indifferenza (e il compiacimento) con cui si assiste alla morte di migliaia di persone lungo i nostri confini. Così come il gusto con cui si accetta l’apartheid europeo dei migranti, la strutturale discriminazione a mezzo di legge a cui sono sottoposti.
A destra e al centro si rispolvera lo scontro di civiltà – loro, i palestinesi “ostaggio di Hamas”, sono bestie assetate di sangue e figlie di Allah, noi e Netanyahu siamo civili e possiamo uccidere con distacco migliaia di civili per difendere la democrazia e la libertà occidentale. Minoritari e poco rilevanti pezzi di sinistra, a loro volta, negano il valore della vita di civili e bambini israeliani (ma non solo) e trattano Hamas come una forza di liberazione. Il mainstream esagera la rilevanza pubblica di questi settori e squalifica l’intera sinistra contro l’occupazione israeliana. Di qui anche la repressione delle piazze e degli intellettuali palestinesi.” Scriveva Bruno Montesano a metà ottobre.
Fanno eco le parole di Widad Tamimi, scrittrice nata a Milano, nipote di un nonno ebreo fuggito a New York per sopravvivere al fascismo, e figlia di un profugo palestinese, nato lo stesso anno della fondazione dello Stato di Israele e di nuovo fuggito dall’occupazione israeliana del 1967.
'Ciò che sta accadendo a Gaza - scrive l'autrice del romanzo “Le rose del vento” in uno dei suoi recenti editoriali - ha superato la dimensione della violenza confinata al solo popolo palestinese. È una lacerazione più profonda, è lo sfiguramento dei valori che proteggono l’umanità".
Nell'incontro #ijf24 con Bruno Montesano, ricercatore e giornalista con la scrittrice Widad Tamimi si affronta il tema della 'disumanizzazione nel conflitto Israelo palestinese', per ragionare su altre forme di coesistenza oltre lo stato-nazione e altre vie di pace che portino alla fine delle ostilità.
Orari
16:00- 16:50
Ingresso
Gratuito
Categorie
Cultura
Luogo evento
Sala dei Notari, Piazza IV Novembre, Perugia, PG, Italia